– Gaetano Scanni – 

 
La diagnosi delle malattie infettive continua ad essere effettuata attraverso l’anamnesi e l’esame obiettivo anche se in alcuni casi è necessario ricorrere ad esami di laboratorio o al microscopio.
La dermatoscopia si inserisce in questo percorso portando un nuovo bagaglio di conoscenze e opportunità prime tra tutte la facilità d’uso e la rapidità con cui è possibile esaminare la lesione. Ma c’è qualcosa in più che rappresenta una vera innovazione nell’approccio diagnostico.
A differenza delle tecniche precedenti, la dermatoscopia permette di studiare l’agente patogeno e l’ospite contemporaneamente in una dimensione mai esplorata prima cioè quella del micro-habitat naturale in cui le due parti interagiscono tra loro in scala microscopica.
L’interpretazione di questo contesto allo stato nativo (cioè senza separazione del patogeno dal suo habitat) permette di comprendere meglio i meccanismi eziopatogenetici e le soluzioni terapeutiche più opportune.
In altre parole la dermatologia fa propria la filosofia dell’etologia che preserva intatto l’ambiente delle specie viventi di cui vuole comprendere il comportamento.
E con questi presupposti che l’entodermoscopia si augura di contribuire al progresso della medicina.